Il grande incendio di Chicago del 1871

 In grandi incendi

Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX la città più all’avanguardia, a livello architettonico, era Chicago. Il “merito” fu soprattutto di una tragedia: un incendio — oggi conosciuto appunto come grande incendio di Chicago — scoppiato nel 1871 e capace di ridurre in cenere parte della città, lasciando senza casa decine di migliaia di persone.

Chicago prima dell’incendio

Lo skyline di Chicago con i grattacieli che spuntano da una bassa coltre di nubi

Oggi la più grande metropoli dell’entroterra degli Stati Uniti, a metà ‘800 Chicago era una città ancora molto giovane, ma in rapidissima espansione.
Fondata nel 1833 su un minuscolo territorio sulle rive del lago Michigan, all’inizio aveva appena 300 abitanti. Meno di dieci anni più tardi, la popolazione era già decuplicata. Nel 1850, grazie soprattutto alla ferrovia e al lago, che resero l’area un crocevia primario per i commerci tra le due coste del paese, gli abitanti erano diventati 30 mila. Nei successivi vent’anni, i cittadini decuplicarono ancora.

Il boom demografico arricchì notevolmente la città, ma causò anche molti problemi: dallo smaltimento dei rifiuti alla speculazione edilizia. Visto l’enorme afflusso umano, le case venivano costruite rapidamente, le une appiccicate alle altre, risparmiando sui materiali.
In uno scenario del genere, gli incendi erano tutt’altro che rari. Tanto che quando, l’8 ottobre del 1871, scoppiò l’incendio, i pompieri dapprima non ci fecero caso pensando che il fumo che vedevano salire fosse quello che si sprigionava ancora da un altro rogo verificatosi il giorno prima.

L’incendio di Chicago durò tre giorni

Fotografia stereoscopica del 1871 che mostra le rovine dopo l'incendio di Chicago dello stesso anno, dalla collezione della New York Public Library

Erano le 20.30 circa dell’8 febbraio 1871 quando le fiamme iniziarono a levarsi dal fienile di una casa. Le cause non sono mai state state scoperte. Negli anni le ipotesi venute a galla sono state molte: tra queste, viene tirata in ballo una mucca, che avrebbe disgraziatamente calciato una lampada accesa.
In qualunque modo sia andata, l’incendio dilagò in breve tempo per tutta una serie di concause:

  • i due terzi degli edifici cittadini erano interamente in legno;
  • le strade erano molto strette;
  • l’estate precedente era stata particolarmente secca;
  • Chicago è notoriamente una città assai ventosa (viene infatti chiamata anche windy city);
  • la mancanza di adeguate misure antincendio.

Appena dato l’allarme, i pompieri, che all’epoca erano appena 185 per tutta l’area, come già accennato, non si preoccuparono troppo. Pensavano che qualcuno avesse chiamato per un rogo già verificatosi il giorno prima.
Quando poi capirono che si trattava di un nuovo incendio, accorsero rapidamente ma andarono dalla parte sbagliata a causa delle indicazioni errate di un guardiano.

Tutto questo permise alle fiamme di dilagare incontrollate. Arrivò a formarsi addirittura un vortice di fuoco e persino l’acquedotto fu distrutto. Nonostante molti tentativi, compresa la demolizione di molti edifici, la città bruciò per ben tre giorni, tra il panico generale. Le fiamme si estinsero solo grazie alla pioggia e alla diminuzione dei venti.

Morti, sfollati e una città da ricostruire: le conseguenze dell’incendio di Chicago

Vista angolata, dal basso, della cima di uno storico grattacielo di Chicago, con il cielo come sfondo

Il rogo distrusse circa il 90% del centro. I corpi senza vita ritrovati furono poco più di un centinaio ma si stima che le vittime siano state circa 300.
Ben 100 mila persone rimasero senza casa. Andarono in cenere più di 17 mila edifici, quasi 120 chilometri di strada e 200 di marciapiedi.
Il costo totale della catastrofe fu di 222 milioni di dollari dell’epoca, equivalenti a quasi 5 miliardi e mezzo odierni. Un’enormità.

Per evitare il dilagare della violenza e dei saccheggi, il sindaco proclamò la legge marziale.
Da tutti gli Stati Uniti arrivarono moltissimi aiuti in denaro e in beni di prima necessità. Il Regno Unito, dato che la biblioteca cittadina era andata distrutta, spedì migliaia di volumi, che andarono poi a costituire, due anni dopo, il nucleo primario della nuova Chicago Public Library, oggi tra le più grandi del paese.

Soprattutto, si iniziò a ripensare completamente lo sviluppo urbano. La città puntò sui mattoni, su un nuovo piano urbanistico, sulla riorganizzazione delle forze di sicurezza e su nuovi regolamenti antincendio (nel 1878, tra l’altro, proprio a Chicago fu inventato il famoso “palo dei pompieri”).
In breve, Chicago diventò un centro all’avanguardia. Un modello da imitare in tutto il paese.

La nascita della “scuola di Chicago”

Vista dal basso di alcuni grattacieli storici di Chicago, tra due alti edifici moderni

Con l’avvio della ricostruzione e con le nuove strategie urbanistiche, la città attirò numerosissimi architetti. Questi ebbero modo di sperimentare nuove tecniche di costruzione, puntando soprattutto sulle strutture in metallo, con pilastri rivestiti in materiali refrattari e facciate in muratura a moduli ripetuti, rivestiti in terracotta.
Stava nascendo quella che, nella storia dell’architettura, sarebbe diventata nota come la scuola di Chicago, che rese la nascente metropoli una delle più belle e interessanti a livello globale, ispirando il panorama urbano di molte altre città.

A Chicago nacque anche il primo grattacielo, l’Home Insurance Building. Edificato nel 1885, è stato demolito nel 1931. Ma ancora oggi Chicago può vantare alcuni dei più bei palazzi dell’era contemporanea, costruiti dopo l’incendio e ancora in piedi.

Vista dall'alto della torre di Ostankino, a Mosca, che spicca in un cielo terso sopra alla nebbia che avvolge il resto della cittàUn tram passa lungo la Ringstraße, davanti al Burgtheater, a Vienna