Il cartongesso ignifugo

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Il cartongesso è una delle soluzioni più diffuse in campo edile. Economico, leggero, relativamente semplice da installare, permette di realizzare di tutto: pareti, contropareti, controsoffitti, cabine armadio, librerie, mensole e ogni genere di elementi di decoro. Questo materiale è molto usato anche per le sue proprietà antincendio. Il gesso, infatti, ha una naturale capacità di resistere al fuoco. Esiste, però, anche il cartongesso ignifugo. Prodotto con l’ausilio di componenti che aumentano e migliorano tali qualità, si presta perfettamente ad usi particolari quali, ad esempio, i rivestimenti per caminetti.

Breve storia del cartongesso

Un operaio sta fissando con il trapano e delle viti una lastra di cartongesso alla parete

Il gesso è usato fin dall’antichità nell’arte e nell’edilizia. L’apice si ebbe probabilmente tra il ‘600 e il ‘700, con l’architettura barocca e rococò, piena di decorazioni, stucchi e, appunto, gessi.
Il cartongesso, tuttavia, è più recente, e risale alla fine dell’800. L’invenzione si deve a due ingegneri statunitensi, Augustine Sackett e Fred Kane. I due stavano cercando un’alternativa alle assi di legno e all’intonaco per il rivestimento interno degli edifici. Prima svilupparono dei pannelli composti di gesso, carta, catrame e paglia, e in seguito costruirono una macchina per produrli. Il successo fu immediato e in meno di dieci anni negli Stati Uniti si vendevano già centinaia di migliaia di metri quadri di pannelli.

In Europa questo materiale arrivò soprattutto nel periodo della prima guerra mondiale, per poi diffondersi in tutto il continente a partire dai paesi del Nord Europa. Nelle nazioni mediterranee — più orientate verso cemento e mattoni, piuttosto che legno — il cartongesso iniziò a dilagare dagli anni ’60.

Oggi il principio di base è rimasto quello concepito da Sackett e Kane, ma i materiali e la produzione sono migliorati enormemente. Sono state ideate molteplici soluzioni per migliorarne le caratteristiche — come l’isolamento acustico, quello termico, e la resistenza al fuoco.

Il cartongesso ignifugo

Delle lastre di cartongesso bianche disposte l'una sull'altra in un grande capannone

Le lastre di cartongesso ignifugo sono realizzate a partire da gesso emidrato, composto da cristalli che contengono una piccolissima quantità d’acqua (chiamata acqua di cristallizzazione).
Per migliorare la resistenza al fuoco — già tipica del materiale in sé — si aggiungono altre componenti. Queste possono essere:

  • perlite: una roccia vulcanica che, quando si raggiungono alte temperature, ha la capacità di espandersi fino a 20 volte. L’acqua all’interno del materiale crea delle bolle che impediscono alle fiamme di propagarsi;
  • vermiculite: è un minerale composto da fillosilicato di magnesio, ferro trivalente e alluminio, con ossidrili e acqua. Una volta raggiunte temperature elevate, si gonfia e termoisola;
  • fibra di vetro: si ottiene con la fusione della silice con altri minerali attraverso forni di tipo industriale. La massa creata viene fatta passare attraverso una filiera in platino, poi viene stirata (per dare la forma desiderata) fino a raffreddamento completo e rapido. Il materiale ottenuto è in grado di resistere alle alte temperature e all’usura.

In caso di incendio, l’acqua contenuta nel gesso lentamente evapora. In tal modo la temperatura si abbassa e le fiamme tardano a propagarsi. Il gesso, inoltre, si addensa e conduce meno calore.

Dove si usa il cartongesso ignifugo

Un operaio sta lavorando a un controsoffitto in cartongesso con una spatola

Può essere adoperato sia in abitazioni private che in edifici pubblici.
In casa si tende ad installarlo in quei luoghi dove il rischio di un incendio può essere più alto, come per esempio in cucina, nei locali termici (con caldaie o impianti), vicino a stufe o camini.
Nelle scuole, nei teatri, negli stadi negli ospedali o negli uffici pubblici invece si usano spesso per i controsoffitti e laddove passano tubi e cavi.

Per migliorare ulteriormente il potere ignifugo del cartongesso standard, inoltre, si possono utilizzare anche le vernici ignifughe. Tra i moltissimi cicli di verniciatura sviluppati da Firewall c’è infatti il ciclo bianco all’acqua ignifugo RAF-AP, che permette di ottenere la Classe 1 secondo la UNI 8457/UNI 9174 applicando 400 g/mq del prodotto monocomponente.

Come riconoscere il cartongesso ignifugo

Due colonne di lastre di cartongesso di due diversi colori: bianco e verde acqua

È fondamentale leggere la scheda tecnica. Qui viene indicata l’esatta dicitura e, a seconda del materiale con cui è addizionato (perlite, vermiculite o fibra di vetro) in
alternativa al cartone, sono assegnate le classi A1 (incombustibile) o A2 (combustibile non infiammabile). Queste vengono date in base a: combustibilità, produzione di fumo e propagazione delle fiamme secondo la normativa europea EN13501-1.
Mentre è indicato il termine REI (oppure EI), acronimo che segnala la resistenza al fuoco di uno specifico elemento. Il numero posto dopo la dicitura REI suggerisce fino a quanti minuti, dopo l’esposizione alle fiamme, l’elemento risulterà stabile e manterrà l’isolamento termico. Quindi, REI 120 significa che il cartongesso può resistere fino a due ore, REI 90 fino a un’ora e mezza, REI 60 un’ora, ecc. secondo la normativa europea EN13501-2.

Un Canadair visto frontalmente mentre vola lungo il pendio della montagna sopra il lago di Ghirla, in provincia di Varese, durante un incendio boschivoDue mani stanno costruendo con dei mattoncini in legno colorati la forma stilizzata di una casa