Il grande incendio di New York del 1835

 In grandi incendi

Firewall racconta i grandi incendi della storia: tragedie che hanno portato morte e distruzione, generate da eventi naturali, dal caso o dall’intervento umano. Tragedie che, con particolare ferocia, possono abbattersi più volte sugli stessi luoghi nel giro di pochi anni. È il caso della città di New York, che tra il 18esimo e il 19esimo secolo fu colpita da 3 grandi incendi: il primo nel 1776, il secondo nel 1835, il terzo un decennio dopo, nel 1845. Il maggiore fu l’incendio che divampò tra il 16 e 17 dicembre 1835 e si si estese per 17 isolati nell’estremità sud-orientale di Manhattan, uccidendo 2 persone.

NEW YORK, NEW YORK

Nel 1835 New York era in pieno boom economico: era la città principale degli Stati Uniti e il centro commerciale e finanziario del Paese. Dal suo porto partiva oltre la metà delle merci esportate dagli Usa e arrivava più di un terzo di quelle importate. Nella Grande mela avevano sede le principali compagnie assicurative, immobiliari e di investimento. New York, insomma, era già allora una città di potere, ma era una città fragile, e il fuoco era uno dei pericoli maggiori.

Per evitare lo scoppio e la propagazione degli incendi, le autorità fecero costruire torri di avvistamento e assunsero guardiani. Il problema principale nella lotta al fuoco era la mancanza di acqua: i vigili del fuoco potevano contrare solo su alcuni pozzi di quartiere, 40 cisterne antincendio e sulle riserve di un bacino idrico tra la 13esima strada e Bowery. Inoltre, i pompieri erano pochi e mal equipaggiati: il loro numero non era cresciuto in maniera proporzionale rispetto all’aumento della popolazione di New York, passata in pochi decenni da 60mila a 200mila persone.

IL GRANDE INCENDIO

Nel corso del 1835, i vigili del fuoco dovettero affrontare diversi incendi. Gli ultimi due si verificarono il 14 dicembre e distrussero 13 edifici e 2 negozi. Le cisterne della città erano quasi vuote e i pompieri erano stremati quando, nella sera del 16 dicembre, suonò di nuovo la campana d’allarme: un altro incendio era scoppiato in un magazzino di 5 piani a Merchant Street, oggi nota in tutto il mondo come Wall Street, probabilmente a causa dello scoppio di una tubatura del gas arroventata da una stufa a carbone.

La situazione, già disperata, venne aggravata da vento e freddo: il vento che soffiava da nord-ovest, spinse velocemente le fiamme; la temperatura di -27° C fece invece ghiacciare le principali fonti d’acqua, tra cui il fiume Hudson. I pompieri dovettero forare lo strato di ghiaccio per raggiungere l’acqua, che però congelava lungo le manichette delle pompe antincendio. Per provare ad arginare le fiamme si pensò di demolire gli edifici circostanti all’incendio, ma non fu possibile trovare a Manhattan polvere da sparo a sufficienza. Riuscirono a recuperarla dai cantieri navali i marines, ma quando giunsero nella sera del 17 dicembre era ormai troppo tardi.

Il grande incendio di New York del 1835 distrusse tra 530 e 700 edifici nel cuore del distretto finanziario, molti dei quali erano di recente costruzione. Andarono in cenere la Borsa, l’ufficio postale centrale, molti negozi, diverse navi. Furono colpite anche le assicurazioni che avevano sede nella zona: alcune fallirono e non poterono coprire i danni stimati in 20 milioni di dollari, equivalenti oggi a oltre mezzo miliardo di dollari.

LA RICOSTRUZIONE

New York seppe reagire. Grazie ai finanziamenti delle banche, la ricostruzione partì velocemente: gli edifici in legno andati distrutti vennero sostituiti da palazzi in pietra e mattoni, si costruì un nuovo acquedotto per l’approvvigionamento idrico e venne potenziato il Dipartimento dei vigili del fuoco.

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