L’incendio del Palazzo Ducale di Genova

 In grandi incendi

Firewall racconta i grandi incendi della storia: tragedie che hanno portato lutti e distruzione, generate da eventi naturali, dal caso o dall’intervento umano. Non provocò morti, ma segnò simbolicamente la fine della potenza marinara di Genova l’incendio che nel 1777 distrusse uno dei suoi edifici più importanti: il Palazzo Ducale.

IL PALAZZO DUCALE DI GENOVA

Il Palazzo viene edificato alla fine del XIII secolo dai capitani del Popolo Oberto Spinola e Corrado Doria dopo la vittoria della Meloria contro i Pisani (1284) e quella di Curzola contro i Veneziani (1298), che segnano l’inizio dell’egemonia della Repubblica marinara di Genova su tutto il Mediterraneo. La Repubblica decide, così, di acquistare Palazzo Doria e il Palazzo e la torre di Alberto Fieschi, in cui già avevano sede le autorità cittadine. La zona era strategica in quanto collocata sul bordo settentrionale delle mura altomedievali e compresa tra le due principali chiese della città: Sant’Ambrogio dei Milanesi e la cattedrale di San Lorenzo.

Nel 1339 nasce la Repubblica popolare dei Dogi perpetui con Simon Boccanegra, primo doge. Nel corso del XIV secolo, il Palazzo diventa Ducale e viene ampliato dal doge Antoniotto Adorno verso nord e verso est. Vengono costruiti i 2 corpi edilizi che definiscono il complesso a ferro di cavallo, che nel XV secolo sarà ulteriormente fortificato con una quinta muraria su cui verrà ricavato l’unico ingresso al Palazzo. Nel XVI secolo, il doge Andrea Doria vi pone la propria residenza e avvia i lavori di revisione di Palazzo Ducale, che porteranno all’attuale morfologia, con 2 cortili simmetrici collegati da un immenso atrio voltato e, al piano nobile, le 2 sale del Maggior e del Minor Consiglio, gli appartamenti del doge e la cappella dogale.

 

L’INCENDIO DEL PALAZZO DUCALE

È la prima mattina del 3 novembre 1777 quando le fiamme divampano nell’ala di ponente del Palazzo Ducale. Il Palazzo nel frattempo ha smesso di ospitare il governo della città e di rappresentare la potenza della Repubblica marinara: Genova, infatti, non è più in una posizione strategica ed è esposta da nord alle mire espansionistiche dei Savoia. Qualche popolano, scorgendo un’insolita colonna di fumo uscire dal tetto, dà l’allarme e avverte la guardia al cancello. L’ufficiale di servizio, dopo una prima ricognizione, scopre che il fuoco ha attecchito nei locali dei piani alti dell’ala del Palazzo dove stanno bruciando le travature di tetto e soffitti.

Nonostante l’attivarsi dei soccorsi, l’incendio si propaga. Il doge ordina di tagliare il tetto per bloccare le fiamme ed evitare che raggiungano le preziose sale del Maggior e del Minor Consiglio. Non viene però ascoltato dal suo capomastro, che ritiene la decisione esagerata. Quando, dopo molte ore, il fuoco sarà spento, del corpo centrale di Palazzo Ducale rimane ben poco: è crollato il tetto delle 2 sale e sono andati irrimediabilmente perduti gli affreschi che le abbellivano. Si salvano solo l’atrio al piano terra e lo scalone che conduce al piano nobile.

L’INCHIESTA

L’inchiesta è affidata al Generale delle armi. Scopre che nell’ala in cui è scoppiato l’incendio, usata come quartiere di truppe e servitù, erano stati creati caminetti abusivi per cucine e fornelli improvvisati. Viene inizialmente arrestato il cancelliero del doge, incolpato di aver impropriamente utilizzato i piani alti del Palazzo come magazzino. Scagionato, le colpe ricadono sul figlio, accusato di aver appiccato materialmente le fiamme su indicazione di mandanti altolocati. All’epoca, infatti, erano sorti dei dissidi tra i Serenissimi collegi sui restauri del vecchio palazzo: c’era chi voleva limitare al minimo gli interventi e chi, invece, voleva rifare ex novo il Palazzo.

LA RICOSTRUZIONE

Per la ricostruzione viene bandito un concorso, a cui sono invitati i più noti architetti della Genova di quegli anni. Lo vince però il ticinese Simone Cantoni, che progetta una facciata marmorea, uno dei primi esempi di stile neoclassico nella città della Lanterna. I lavori di ricostruzione durano tra il 1778 e il 1783: sempre in stile neoclassico vengono rifatte le sale del Maggior e del Minor Consiglio, le cui coperture in legno vengono sostituite con altre in mattoni, così da metterle al riparo da nuovi incendi.