L’incendio alla torre di Ostankino, in Russia

 In grandi incendi

Più che un “grande incendio”, come quelli di cui parliamo spesso su queste pagine, quello alla torre di Ostankino, a Mosca, è stato uno di quelli a maggior altezza dal suolo mai verificatisi. Per la Russia dell’epoca, appena affacciatasi al XXI secolo, fu un anche un disastro a livello simbolico, sintomo di un paese in pessimo stato.

La torre di Ostankino, per anni l’edificio più alto del mondo

Vista da lontano della torre di Ostankino, a Mosca, che si staglia sul panorama cittadino e si riflette sull'acqua in una giornata col cielo azzurro e alcune nuvole bianche

Come nel resto dei grandi paesi, anche in Russia, negli anni ’50, le telecomunicazioni iniziarono ad assumere un ruolo centrale nella vita pubblica. Il settore era in rapidissima espansione, in primis a livello tecnologico. Le autorità di Mosca si resero conto che le infrastrutture della capitale erano ormai obsolete. Da qui l’idea di far progettare una torre per la trasmissione dei segnali televisivi e radiofonici che potesse coprire tutta la regione. Allo stesso tempo, la nuova struttura avrebbe dovuto essere un fiore all’occhiello dell’ingegneria e della tecnologia sovietica, così da mostrare al mondo tutta la potenza del paese. Si era appena agli inizi della Guerra Fredda, e l’URSS e gli USA si mostravano a vicenda “i muscoli” in ogni ambito economico e industriale.

A seguito di un concorso pubblico, il progetto fu inizialmente affidato a una società di Kiev. Questa immaginò una struttura in metallo traforato simile alla Torre Eiffel. Il grande architetto Nikolaj Vasil’evič Nikitin, membro della commissione e già progettista del Palazzo dei Soviet, non apprezzò però l’idea, suggerendo invece una torre in cemento armato. Le autorità gli concessero di presentare un suo progetto. La leggenda narra che Nikitin lo disegnò in un solo giorno, ispirato da un sogno avuto la notte prima: un fiore di giglio.
La torre di Nikitin, in effetti, potrebbe sembrare un giglio capovolto, ma rimanda soprattutto a un razzo spaziale, simbologia assai frequente nell’Unione Sovietica dell’epoca, che era appena agli inizi della cosiddetta corsa allo spazio.

Il cantiere iniziò i lavori nel 1959. La struttura, invece, cominciò a essere innalzata nel 1963 per essere ultimata nel 1967. La torre di Ostankino prese il nome dall’omonimo quartiere in cui era situata. L’inaugurazione si tenne in occasione del cinquantesimo anniversario della Rivoluzione d’Ottobre.
Con i suoi 540 metri di altezza, era la torre più alta mai vista fino a quel momento sull’intero pianeta. Mantenne il fino al 1976, quando fu sorpassata dalla CN Tower di Toronto (553 m, ma dal 2009 l’edificio più alto al mondo è la Burj Khalifa di Dubai, con 828 m).

L’incendio della torre di Ostankino

Vista ravvicinata dei più alti piani visitabili della torre di Ostankino, con una vista mozzafiato sul resto della città di Mosca

Oggi la torre di Ostankino è ancora la struttura autoportante più alta d’Europa, e la dodicesima a livello globale. Ma nel 2000 la sua gloriosa storia rischiò davvero di giungere a termine a causa di un incendio.
Il 27 agosto di quell’anno, infatti, un cortocircuito elettrico innescò un incendio a circa 458 metri di altezza, molto più in alto rispetto alla piattaforma di osservazione aperta al pubblico, situata a 340 metri, e al leggendario ristorante Settimo cielo, che nel frattempo era diventato una delle principali attrazioni turistiche della città.

Le fiamme si diffusero rapidamente, e la torre fu immediatamente evacuata. Operazione, questa, tutt’altro che semplice: l’intera evacuazione durò oltre 90 minuti.
Le squadre di soccorsi furono immediatamente chiamate sul luogo, ma la difficoltà di raggiungere le fiamme ad altezze così elevate rese le operazioni di soccorso particolarmente complesse. A causa del rogo, i sistemi antincendio si danneggiarono e non funzionarono. Parte degli oltre 300 vigili del fuoco in azione dovette salire e portare a mano attrezzature molto pesanti per spegnere le fiamme e per installare dei muri temporanei in amianto a oltre 70 metri di altezza, così da impedire che l’incendio potesse ulteriormente espandersi.

Nel frattempo, le immagini in diretta televisiva mostrarono la torre avvolta da una colonna di fumo nero, creando un’atmosfera di terrore e apprensione tra la popolazione.
Ci furono tre morti, precipitati all’interno di uno degli ascensori.

Le conseguenze del rogo

Vista verso il basso dal pavimento trasparente della piattaforma di osservazione della torre di Ostankino, a Mosca

L’incendio della torre di Ostankino fu il terzo grave incidente in Russia in appena un mese e l’ennesimo di una lunga stagione di tragedie iniziata l’anno prima, tra attentati terroristici e il disastro — pochi giorni prima del rogo di Ostankino — del sottomarino Kursk.
La sensazione di insicurezza tra i cittadini era chiaramente percepibile e l’immagine della Russia all’estero subì un grave colpo.

Per quanto riguarda la torre, la struttura resse, seppur gravemente danneggiata. Dei 150 cavi d’acciaio che tenevano insieme l’edificio, ne rimasero intatti appena 19. Ci furono interruzioni nelle trasmissioni televisive e radiofoniche, che colpirono milioni di spettatori.
I lavori di ripristino durarono molti anni. La torre fu riaperta al pubblico solo nel 2008, e il ristorante altri 8 anni dopo.

L'interno del ristorante “Settimo cielo”, situato sulla torre di Ostankino, a Mosca, nella penombra, con vista sul cielo al crepuscolo

Il faro di Alessandropoli si staglia nel cielo arancione causato dai grandi incendi nell'area, nell'agosto del 2023Insegna con la scritta Chicago su una strada della metropoli statunitense, tra palazzi e grattacieli storici