L’incendio al Grand Théâtre di Ginevra

 In grandi incendi, Primo piano

Nella primavera del 1951, durante le prove di uno spettacolo, un incendio divampò all’interno del Grand Théâtre di Ginevra, il più grande teatro d’opera della città e uno dei più belli d’Europa.

Il Grand Théâtre di Ginevra

Vista dal basso di un'area della facciata del Grand Théâtre di Ginevra

Caratterizzati da un grande palcoscenico e da una “fossa” riservata all’orchestra che suona dal vivo, i teatri d’opera aperti al pubblico iniziarono a sorgere in Europa nel ‘600. Il primissimo esempio è considerato il Teatro San Cassiano di Venezia.
Tra i principali centri culturali europei, Ginevra fu tra le ultime città a dotarsi di un suo teatro d’opera. Questo fu dovuto all’influenza del rigore del protestantesimo calvinista, che considerava immorali le rappresentazioni teatrali.

Il primo teatro d’opera ginevrino, il Théâtre de Rosimond, fu aperto solo nel 1760 ma, appena otto anni, un incendio lo distrusse. Ben presto ne nacquero altri, tra cui il Théâtre de Neuve. Quest’ultimo venne poi demolito, dopo quasi un secolo di attività. La città lanciò quindi un bando di concorso per la progettazione di un nuovo teatro, senza tuttavia affidare l’opera al vincitore, offrendo invece il lavoro all’architetto Jacques-Élysée Goss, che non aveva partecipato al concorso.

Formatosi a Parigi, Goss si ispirò all’Opéra Garnier della capitale francese, costruito secondo il cosiddetto stile Secondo Impero.
Battezzato Grand Théâtre, aprì ufficialmente il 2 ottobre del 1879 con una rappresentazione del Guglielmo Tell di Rossini.

L’incendio del 1951 al Grand Théâtre di Ginevra

Vista angolata del Grand Théâtre di Ginevra durante una giornata di pioggia

In pochi anni, il Grand Théâtre divenne il più importante teatro di Ginevra, nonché il più grande tra quelli dedicati all’opera. Sul suo palcoscenico passarono alcuni tra i più grandi cantanti e compositori del XIX e del XX secolo, fino al 1º maggio del 1951, quando un incendio distrusse quasi completamente la struttura.

Quel giorno — era un fresco martedì di primavera — si tenevano le prove per La Valchiria di Wagner. Poco dopo mezzogiorno, durante il test di un effetto speciale previsto nel terzo atto, un fuoco scenico, si alzò un incendio che sfuggì presto al controllo delle persone presenti.
I soccorsi arrivarono immediatamente e le fasi di evacuazione e spegnimento si possono tuttora vedere in un filmato di un cine-giornale dell’epoca, che mostra i pompieri all’opera mentre attori, musicisti e cantanti portano in salvo il possibile, tra oggetti di scena, strumenti ed effetti personali.

Dopo l’incendio

Dettaglio degli ornamenti sulla facciata del Grand Théâtre di Ginevra

L’incendio, fortunatamente, non raggiunse altri edifici né fece vittime. La facciata, il foyer e la biblioteca del Grand Théâtre si salvarono, ma tutto il resto andò in cenere.
Il cine-giornale dichiarò: «Nella fornace spenta vibra tristemente il ricordo di un fulgido passato. La sala del teatro è stata protetta dal sipario di ferro per ben tre quarti d’ora: poi tutto è stato calcinato e carbonizzato. I posti per la Valkiria erano già stati pagati: dopo il furibondo galoppo delle fiamme non rimase che una scena di desolazione».

Le fiamme vive sono sempre state una delle prime cause di roghi nei teatri (nell’800 ci fu una vera “epidemia”), per questo oggi le regole antincendio nei locali di pubblico spettacolo, in gran parte del mondo, sono molto severe.
In Italia, ad esempio, i teatri sono tra gli edifici obbligati a trattare con vernici ignifughe gli elementi in legno, in modo da rallentare il propagarsi delle fiamme e limitare lo sviluppo dei fumi.

Il lungo restauro

La piazza sulla quale si affaccia il Grand Théâtre di Ginevra

Subito dopo la tragedia si pensò alla ricostruzione. A vincere il bando per il restauro del Grand Théâtre furono l’architetto svizzero Charles Schapfer e l’ingegnere milanese Marcello Zavelani Rossi (che firmò, insieme all’architetto Carlo Mollino, anche il restauro del Teatro Regio di Torino). L’artista svizzero-polacco Jacek Stryjenski creò invece il nuovo sipario in ferro e il meraviglioso soffitto ispirato alle stelle della Via Lattea, realizzato con fogli di alluminio spazzolato e foglie d’oro e d’argento.

L’operazione richiese molti anni. Il teatro, infatti, riaprì solo nel 1962. Altri interventi di ristrutturazione si ebbero nel 1997 e nel 2006. Tra il 2016 e il 2019, il Grand Théâtre chiuse di nuovo per una grande opera di rinnovamento.

Vista dall'alto, al tramonto, della città greca di Salonicco, affacciata sul mareUna parete curva ricoperta da pannelli fonoassorbenti in legno di forma semicircolare