Marco Licinio Crasso, “inventore” dei vigili del fuoco

 In firefighter, Primo piano

Con centinaia di migliaia di abitanti, nel secondo secolo a.C. Roma diventò la città più popolosa del mondo. Espandendosi a ritmi rapidissimi, l’urbe era anche ad altissimo rischio di incendi. Per ogni domus, l’abitazione patrizia di pregio, c’erano circa 30 insulae, le case popolari costruite con materiali scadenti. Bastava quindi un piccolo incidente domestico per mandare in cenere interi isolati. La prima, vera brigata di vigili del fuoco dell’antica Roma venne creata proprio in quel periodo. L’inventore — se così lo si può chiamare — fu Marco Licinio Crasso, che grazie ad essa diventò uno degli uomini più ricchi della storia.

Chi era Crasso?

Nato nella capitale tra il 114 e il 115 a.C. in una famiglia di alta posizione sociale ma dal tenore di vita frugale, Crasso fu un grande politico e comandante militare della Repubblica romana, membro, assieme a Cesare e a Gneo Pompeo, del primo triumvirato.

In vita fu anche l’uomo più ricco di Roma, e uno dei più facoltosi in assoluto nella storia dell’intera umanità, essendo riuscito ad accumulare una fortuna valutata da Plinio il Vecchio in circa 200 milioni di sesterzi, più o meno equivalente all’intero budget annuale della Repubblica.

Come Marco Licinio Crasso diventò ricco grazie ai vigili del fuoco

All’epoca, come già accennato, Roma doveva fronteggiare numerosi incendi. Anche se nessuno devastante come quelli che colpirono la città nel 6 d.C., durante l’impero di Augusto, e soprattutto nel 64 d.C., quando a governare era Nerone, ogni giorno di verificavano decine di roghi, specialmente nelle aree popolari.

Con un grande fiuto per gli affari, Crasso istituì un corpo di 500 uomini. Appena giungeva la notizia di un incendio, una squadra andava sul posto. Prima di agire, però, veniva negoziata la vendita del terreno adiacente, preferibilmente a prezzi stracciati, sfruttando la paura e il rischio che le fiamme si propagassero. Se si arrivava a un accordo, allora i pompieri spegnevano le fiamme e Crasso diventava così proprietario, rivendendo il terreno o ricostruendo le case.

In questo modo si arricchì sempre di più, sfruttando le tragedie e i disastri della collettività, esattamente il contrario delle spirito che, nel corso della storia, ha contraddistinto i pompieri.

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