Musei, la protezione passa dalle vernici ignifughe

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Nelle ultime settimane si è tornato a parlare molto di musei, sull’onda delle polemiche scatenate dalle dichiarazioni del neo-ministro della cultura Gennaro Sangiuliano sul prezzo dei biglietti nei luoghi di cultura italiani.
Tutto è nato con la decisione del direttore delle Gallerie degli Uffizi di innalzare il prezzo del biglietto da 12 a 25 Euro. Scelta da più parti contestata, ma che ha incontrato il favore del ministro, che ha aggiunto: «c’è anche un discorso morale, etico perché se una cosa ha un valore intrinseco, storico, deve anche essere un po’ pagata. Del resto una famiglia media americana che viene da noi investe in media 10/20 mila dollari, quindi pagare 20 euro per la visita di un bene unico ci può anche stare».

Al di là del dissenso che da più parti è stato espresso, condannando una concezione di cultura come di qualcosa per pochi privilegiati piuttosto che per tutti, c’è un’importante considerazione da fare, e che raramente viene sollevata. Riguarda la sicurezza dei musei, che dovrebbe evolversi così come si evolvono le modalità di fruizione della cultura.

Il panorama museale italiano: quanti musei abbiamo?

Una ragazza in un museo vista di profilo mentre guarda un quadro fuori campo e dietro di lei si intravedono altre persone

Uffizi, Reggia di Caserta, Scavi archeologici di Pompei, Pinacoteca di Brera, Museo egizio di Torino sono solo alcuni tra i moltissimi musei sparsi per il nostro paese.
Secondo un report Istat uscito l’anno scorso in Italia la situazione, aggiornata al 2020, è la seguente:

  • il totale di musei e istituzioni simili ammonta a 4.265. Tra questi, 3.337 sono musei in senso stretto, 295 sono aree archeologiche e 633 sono monumenti o complessi monumentali;
  • in pratica c’è un museo ogni 14 mila abitanti e un comune su quattro ne ospita uno;
  • i musei sono più diffusi a Nord (46,2%) rispetto a Centro (28,9%) e Sud e Isole (24,9%) ma a Sud sorgono più della metà delle aree archeologiche;
  • la regione con più strutture museali è la Toscana, seguita da Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Lazio. La città con la più alta concentrazione è Roma, che precede Firenze, Milano, Genova, Torino, Bologna e Napoli;
  • poco meno dei due terzi del totale è gestita dalla pubblica amministrazione (di cui il 69% da enti locali e il 15% da istituzioni statali); i musei privati fanno invece capo ad associazioni, fondazioni, enti ecclesiastici e religiosi e, in piccola parte, a privati cittadini;

A differenza delle scuole, tuttavia, non sembrano esserci dati aggiornati che riguardano la sicurezza. E questo nonostante gran parte dei luoghi di cultura debba sottostare a rigide normative, comprese quelle relative all’antincendio.

Antincendio nei musei: l’importanza della prevenzione

Un gruppo di persone, tra cui una ragazza in sedia a rotella osservano delle sculture e dei quadri di arte astratta nella sala di un museo con pareti e piedistalli bianchi

L’evoluzione nella fruizione della cultura, deve indurre a una riflessione su come si debba adeguare la normativa e a cosa si debba pensare in fase di progettazione antincendio. Spazi una volta “statici” come i musei, oggi sono diventati luoghi interattivi, in cui il visitatore non è solo spettatore passivo, ma protagonista di esperienze culturali che spesso vanno oltre al concetto di bello estetico.
Questo aggiornamento degli spazi espositivi ha quindi portato con sé un nuovo modo di vivere l’arte, imponendo un ripensamento delle misure di sicurezza necessarie a sostenere flussi di visitatori sempre più “imprevedibili” e variegati.

Proprio l’imprevedibilità del comportamento dei visitatori all’interno di un museo, impone la necessità di pensare alla sicurezza negli spazi espositivi soprattutto dal punto di vista della prevenzione.

Si pensi, ad esempio, alle linee di intervento per la salvaguardia di persone affette da qualsiasi tipo disabilità: se la maggior parte delle informazioni preventive si concentra sulla consegna al disabile e ai suoi accompagnatori di attendere l’intervento del personale del museo per mettersi in salvo da una situazione di pericolo, è chiaramente comprensibile come l’incolumità dei visitatori non possa essere garantita oltre un certo limite, con tutte le implicazioni che ne conseguono.

La protezione dagli incendi: le vernici ignifughe

Una sala di museo completamente vuota, con panca in legno, pavimento a parquet, soffitto luminoso a pannelli, pareti bianche e porta

Durante un incendio, ad esempio, è plausibile che un visitatore rimanga perfettamente immobile in attesa che qualcuno venga a salvarlo? Il buon senso fa propendere per il no, pertanto il ricorso a sistemi passivi che non solo riducano i rischi di incendio, ma nel caso in cui questo scoppiasse siano in grado di evitare o quantomeno rallentare il propagarsi delle fiamme.

Accanto alle classiche porte taglia-fuoco, un ruolo da protagonista lo giocano anche le vernici ignifughe, capaci non solo di rallentare la propagazione delle fiamme, ma anche di proteggere dal calore ambienti particolarmente sensibili.

Nello sviluppo di vernici ignifughe (o vernici intumescenti) che bloccano la formazione di focolai di incendio, Renner ha ha realizzato dei prodotti capaci di non emettere fumi dannosi, scegliendo di utilizzare le nanotecnologie.

La protezione delle persone, quindi, grazie alle vernici ignifughe — che siano a base acqua o a base solvente — si fonde alla perfezione con la protezione degli spazi, che nel caso dei musei sono sempre di pregio e di grande valore economico ed artistico.

Un triangolo infuocato su sfondo neroUn altissimo e imponente tronco di una sequoia gigante fotografato dal basso