Teatro ai tempi del covid-19: ripresa in sicurezza con le vernici ignifughe

 In in scena, Primo piano

Dopo il duro lockdown dovuto all’epidemia di covid-19, l’Italia sta tentando di tornare alla normalità in tutta sicurezza. Tra le tante realtà che hanno sofferto va segnalata senz’altro quella legata all’arte.
La chiusura dei centri di espressione artistica, come musei, teatri, cinema, gallerie, ha messo in estrema difficoltà tanti lavoratori. Molti hanno reagito rendendosi attivi su social network e sui siti internet. Non sono infatti mancati articoli, video, fotografie, virtual tour, spettacoli in streaming o semplici post. Ma nulla è comparabile all’evento dal vivo.
Oggi mostre e spettacoli iniziano a convivere con il virus. Ovviamente con le dovute precauzioni e in totale sicurezza. Anche ignifuga.
Hanno optato per questa scelta Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi per il loro spettacolo “La mappa del cuore di Lea Melandri”, in tournée anche al Santarcangelo Festival 2050 questo luglio. Oltre alle dovute precauzioni prese per contrastare il coronavirus, hanno deciso di ignifugare la loro scenografia con le vernici per la protezione dal fuoco della linea Firewall. Sicurezza ai tempi del coronavirus non significa solo mascherine, distanziamento e sanificazione dei luoghi.

Nonostante le difficoltà economica, l’imperativo della sicurezza antincendio viene mantenuto come punto fisso. Renner Italia ha deciso infatti di donare alla coppia di artisti il quantitativo di vernici ignifughe, necessario per rendere sicure tutte le parti lignee coinvolte nello spettacolo.

Menni, oltre ad attrice e autrice di teatro, è presidente e direttrice artistica dell’Associazione Culturale Ateliersì. Come è stato riaprire le porte del vostro spazio artistico?

Sicuramente da batticuore. Dopo mesi di chiusura, finalmente abbiamo riaperto parzialmente le porte dello Spazio Sì. Oltre alle prove di produzione, sono ripartite anche le residenze artistiche. Dobbiamo ancora attendere per la totale apertura al pubblico. Per il momento è già notevole riuscire a fare le prove all’interno del nostro teatro. Ovviamente ad Atelier Sì, come in tutti gli altri luoghi, vigono le regole base per la sicurezza anti-covid: dispenser di liquidi igienizzanti, misurazione della temperatura in ingresso, mascherine e distanziamento sociale.

Per quanto riguarda il ritorno sul palco?

A Milano, dove abbiamo debuttato con “La mappa del cuore di Lea Melandri”, lo spettacolo era all’aperto e gli spettatori erano totalmente distanziati. Noi attori non eravamo obbligati a portare la mascherina, purché tenessimo la distanza necessaria. Si percepiva nitidamente il calore del pubblico: dopo mesi di lockdown, l’amore per l’arte non può più essere tenuto a freno.

Cosa può dirci in merito allo spettacolo, senza svelare troppo i dettagli?

Al centro ci sono gli adolescenti degli anni ‘80 e la rivista Ragazza In. Lea Melandri, figura di riferimento del femminismo in Italia, gestiva la rubrica di posta del cuore. Ovviamente le risposte alle lettere non erano semplici consigli d’amore, ma rappresentavano un vero e proprio confronto tra la scrittrice e i lettori. Noi di Ateliersì abbiamo ritrovato il plico di lettere e abbiamo deciso di fare una trasposizione teatrale.

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